La storia dell'Isotta-Fraschini

La Isotta-Fraschini fu fondata da Cesare Isotta in società con i tre fratelli Vincenzo, Oreste e Antonio Fraschini. Agli inizi questa azienda si occupò soltanto della vendita delle Renault con motore De Dion, nonché delle Mors e Pieper; poi la sua attività si estese anche all’assemblaggio delle stesse Renault.

Nel 1902 la gamma di produzione comprendeva tre modelli: una vetturetta di 669 cm con motore monocilindrico Aster, un’altra vetturetta di 2251 cmq bicilindrica e una più evoluta automobile con motore De Dion di 785 cm Il primo modello con meccanica di produzione completamente Isotta, disegnato dal valido e riservato progettista Giuseppe Stefanini e spinto da un motore da 24 HP, venne presentato nel 1903. Dal 1905 Giuseppe Stefanini si avvalse, come assistente, del giovane ingegnere Giustino Cattaneo che in ultimo finì col soppiantare il suo maestro. Uno dei primi progetti per i quali Stefanini si avvalse della collaborazione di Cattaneo fu la Tipo D, un modello da competizione che partecipò alla Coppa Florio del 1905 e che montava un motore con albero a camme in testa dalla cilindrata enorme (17203 cmq che eroga va ben 100 HP.

Nel 1907, in seguito a un accordo di collaborazione con la De Dietrich (che prevedeva anche l’acquisizione, da parte del la Casa francese, della maggioranza delle azioni della Isotta Fraschini), la notorietà della marca italiana ebbe un notevole incremento. Sempre secondo questo accordo, la De Dietrich era autorizzata a costruire 500 telai Isotta, parte nella sua fabbrica di Luneville e parte a Marsiglia, dove era ubicato lo stabilimento della sua consociata Turcat-Mery. Oltre agli innegabili vantaggi, questo ‘matrimonio’ costò però alla Isotta-Fraschini un temporaneo congelamento della sua attività in campo sportivo, poiché la partner francese non volle rischiare che la fama dei suoi modelli venisse 0ffuscata da eventuali successi riportati dalle vetture italiane.

Nel 1908 Stefanini disegnò la Tipo FE, una vettura leggera con un motore monoblocco di 1207 cm tecnicamente molto aggiornato (aveva anche la distribuzione ad albero a camme in testa). Da questo motore derivò il Tipo FENC, con cilindrata maggiorata a 1327 cmq Nel suo primo anno di vita, una FE si classificò ottava al GP des Voiturettes di Dieppe.

Prima della guerra, il listino lsotta-Fraschini era composto principalmente dal modello a 4 cilindri con cilindrata sino a 11305 cmq. Particolarmente interessante fu il Tipo KM del 1911-1914, una automobile sportiva con motore ad albero a camme in testa di 10618 cm dotata di freni sulle ruote anteriori progettati da Oreste Fraschini e già sperimentati su qualche modello da strada del 1909. La Tipo TM del 1912, di rettamente derivata dalla KM, fu l’ultimo modello con albero a camme in testa prodotto dalla Isotta-Fraschini.

Finita la Prima Guerra Mondiale, l’ingegner Cattaneo, nel suo ruolo di progettista-capo, presentò la sua Tipo 8, la prima automobile al mondo con moto re a 8 cilindri a valvole in testa (5623 cmq prodotta in serie. A essa seguì, nel 1924, la Tipo 8A (7372 cmq e la derivata sportiva del 1926, denominata Tipo 8ASS (Super Spinto). La SS vantava una potenza di 130-150 CV, rispetto ai 110-120 CV della Tipo 8A. Queste grosse automobili Isotta furono svantaggiate da una eccessiva pesantezza dello sterzo. Anche se nell’ultima versione (la Tipo 8B) questo inconveniente era stato molto ridotto, esso costituì probabilmente il motivo principale del loro scarso successo.

Nel dopoguerra, la Isotta-Fraschini tentò di riavviare una significativa produzione automobilistica, affidando alla bravura di Aurelio Lampredi la progettazione di un altro modello di prestigio. Nel 1948-49 venne dunque presentata la Monterosa, con motore a 8 cilindri a V di 120 CV e 2,5 litri di cilindrata (successivamente maggiorato a 3,4 litri), montato in posizione centrale. Questo modello, un po’ stravagante e forse troppo in anticipo sui tempi, non entrò mai in produzione di serie; al momento di uscire di listino, ne erano stati completati appena una ventina di esemplari.