La storia della SPA
Sigla
della Società Piemontese Automobili Ansaldi- Ceirano (1906-1908) e poi della
Società Ligure Piemontese Automobili (1908-1947).
Fu una delle principali aziende
torinesi costruttrici di automobili, motori per aereo e veicoli industriali
fondata da Michele Ansaldi (che aveva lasciata la FIAT- Ansaldi) e Matteo
Ceirano (che aveva abbandonata la Itala).
I due avevano specializzazioni
complementari: Michele Ansaldi era forse il massimo organizzatore industriale
piemontese di quell'epoca ed era un profondo conoscitore di macchine operatrici
e metodi produttivi, mentre Matteo Ceirano era un ottimo progettista di
automobili (suoi tutti i disegni delle SPA fino al 1918 quando si ritira a vita
privata).
Ciò che forse mancava alla SPA era la
disponibilità finanziaria, anche se nasce con un capitale di Un milione ed aveva
fra i soci il noto latifondista conte Edoardo Barel di Sant'Albano e Michele
Lanza, ricco fabbricante di candele steariche che tuttavia aveva già avuto
esperienze in campo automobilistico.
Urgeva quindi cercare capitali
liquidi, spazi ed organizzazioni di vendita.
Ma ... Dio li fa e poi fra loro si
accoppiano ...!
Esisteva a Genova la FLAG,
traboccante di soldi, ma carente di spazi operativi in campo automobilistico
che in quel momento erano tutti concentrati su Torino.
Questo portò ad una fusione tra le
due organizzazioni con l'estinzione del marchio FLAG ed il trasferimento della
Direzione a Genova in via Corvetto 2.
L'aumento di capitali a ben 4.5
milioni ridiede vita alla SPA e cominciarono i periodi d'oro in campo sportivo
internazionale.
Il 1908 vide il pilota Ruggerone
coprire il tratto Torino- Pietroburgo senza alcuna assistenza. Partecipò dopo
alla corsa Pietroburgo-Mosca e si piazzò secondo.
L'anno successivo il barone Ciuppa,
con un modello SPA 28/40 HP, vinse la Targa Florio.
Leonino da Zara battè il record del
miglio su base ferma a Modena.
In quello stesso anno inizia la
produzione di motori per aereo sotto la direzione dell'ing. Aristide Faccioli
(primo progettista FIAT) e si assiste al conseguimento del primo brevetto di
pilotaggio con un aereo costruito completamente in Italia.
Prende consistenza il motore fisso
(anzichè rotante come erano fino allora quelli francesi Gnome).
Nel panorama prebellico la SPA si
presenta come una industria forte, intelligente ed innovativa per cui non è
difficile per lei accaparrarsi i concorsi del Ministero della Guerra.
Per questi costruisce i motori sei
cilindri verticali A6 che andarono ad equipaggiare i famosi aerei SVA , gioielli
della prima guerra mondiale.
Inizia nel 1908 anche la produzione
di autocarri, voluta dai soci genovesi, ed anche questi per forniture relativi
ad un concorso congiunto fra i Ministeri dell'Agricoltura, dell' Industria e del
Commercio e della Guerra.
Un altro concorso del Ministero della
Guerra fu appannaggio della SPA per autocarri che dovevano superare la difficile
prova, per quei tempi, di percorrere in cinquanta ore di 800 Km.
Il successo dei veicoli industriali
fu tale che costrinse la SPA a ridimensionare i programmi "autovetture".
Sull'onda lunga del successo ottenuto
dal pilota Ruggerone, il Ministero della Guerra Russo invitò la Spa ad un
concorso per fornitura di automezzi pesanti su un percorso di 5000 Km da
effettuare su strade appena tracciate e percorsi difficili come la
Mosca-Pietroburgo.
Tuttavia ... nulla di nuovo sotto al
sole ... i ritardi nei pagamenti da parte del Governo, mettono in crisi
finanziaria la SPA in modo tanto consistente da essere insopportabile anche per
il gruppo genovese.
Matura perciò una nuova maggioranza
azionaria con a capo-cordata i fratelli Perrone che già detenevano il pacchetto
azionario della Giovanni Ansaldi.
Fu questo il momento di maggior
vigore della SPA che potenziò le autovetture sportive con la tipo 23 e la 23 S
con il radiatore a diedro (o a punte, come si diceva all'epoca).
Nasce anche un poderoso motore di ben
4398 cc che viene montato sulla tipo 25, che comunque rimane un tantino in ombra
rispetto alla tipo 24 che, con soluzioni ardite (4 valvole in testa per cilindro
comandate da un bialbero, doppia accensione a magnete, largo impiego di
materiali leggeri) si poneva in diretta competizione con le Fiat 619, le Itala
61 e 65.
Del tipo 24 ne fu prodotta una serie
24 S con carrozzerie molto belle ed elegantissime realizzate dai massimi nomi
torinesi e tutte equipaggiate con radiatore a punta.
Il killer che uccise anche la SPA fu
il fallimento della Banca Nazionale di Sconto e del conseguente terremoto in
Borsa.
Nel 1926, ritiratesi prudentemente i
soci genovesi, la SPA passa sotto il controllo della Fiat.
Proprio nel momento in cui la SPA
avrebbe dovuto aggiornare la linea delle vetture, la Fiat decide di sospendere
la produzione delle automobili e riservare gli impianti ai soli veicoli
commerciali.
Durante la seconda Guerra Mondiale la
produzione viene orientata ai carri armati, trattori militari ed autoblinda.
E' del 1941 il potente motore 8V a
iniezione di benzina che equipaggia i carri armati.
Nel dopoguerra la SPA è ormai un
reparto produttivo della Fiat e cessa la sua amministrazione diretta.
La produzione (ed il marchio)
continua con gli autocarri e segue fino al 1949 con l'autocarro a tre assi SPA
10.000 che conquista l'ambito premio del favore dell'utenza per la enorme
robustezza, come fu sempre la fama dei prodotti SPA .