Quando si
conosce Ciccio si ha subito l'impressione di incontrare un amico conosciuto
da sempre, con una carica di simpatia e di signorilità rara, qualità
riscontrabile in persone vere, in particolare in terra siciliana.
Ciccio mi ha
raccontato la sua storia, che ritengo affascinante se si tiene conto del suo
inizio, cioè quando aveva appena sei anni. Francesco Liberto nasce a Cefalù
in provincia di Palermo il 19 Febbraio dei 1936 in una famiglia numerosa ed
in tenera età inizia a lavorare come ciabattino presso lo zio.
Il tempo
passa e Ciccio continua nella professione, appassionandosi nel frattempo
allo sport automobilistico, in particolare nella mitica Targa Florio.
Proprio negli
anni ’60, in occasione della Targa Florio conosce molti piloti.
Ignazio
Giunti, durante un cena in un ristorante alla moda dell' epoca ( “L'Eucalaliptus"),
in compagnia di Ciccio, Nanni Galli e Geki Russo, chiede a Ciccio di fargli
un paio di scarpe da competizione: Ciccio non ha esperienza di come devono
essere, delle caratteristiche tecniche e quanto necessita per il loro
realizzo. Così Giunti gli spiega come deve essere la scarpa: leggera,
morbida, comoda e, soprattutto, la suola deve essere sottile da trasmettere
sensibilità al piede.
Così
nacque nel 1965 il primo paio di scarpe da corsa automobilistica, l'inizio
della carriera artistica e professionale di Ciccio.
Da allora
tutti i più famosi piloti di Formula Uno e da Rally hanno calzato le scarpe
firmate “Ciccio”.
Per
trent'anni ha così "fatto le scarpe" su misura ai piloti che hanno
partecipato alla Targa Florio, per cinque è stato il fornitore ufficiale
dei piloti della Ferrari.
Adesso
racconta gloria ed onori. Ciccio Liberto si gode il suo momento di
notorietà: la casa del cavallino rampante gli ha spesso reso
omaggio. Infatti il corteo di Rosse di "Tutte le Ferrari in Sicilia" del 5
novembre 1997, nella sua tappa a Cefalù, si è fermata proprio davanti al
suo negozio nel lungomare del paese.
In questa
occasione i responsabili di Maranello gli hanno consegnato un dono alquanto
singolare : un pistone usato di un motore di Formula 1.
Ciccio ne
ha di storie da raccontare. Le sue scarpe sono state calzate da grandi
campioni, piloti che hanno scritto la storia della Formula 1.
"Alla
fine degli anni Ottanta sono stato fornitore della Ferrari. Nel '77 Niki
Lauda vinse il mondiale calzando le mie scarpe" racconta Ciccio.
In quegli
anni le scarpe di Ciccio furono ai piedi di Tambay, Arnoux, Pironi, Lafitte,
Regazzoni.
"Il primo
paio di scarpe lo feci a Vik Elford. Questo pilota aveva perso un alluce,
per questo portava una scarpa 42 ed una 44. Lavorai nella notte fra venerdì
e sabato. La domenica Elford trionfò..."
Da quel
momento tutti i più grandi piloti automobilistici cominciarono a cercarlo.
"Ricordo
con piacere la signorilità di Ninni Vaccarella. Con Jackie Ickx, invece, si
stabilì un'amicizia vera. Era un perfezionista. Una volta mi telefonò perchè
voleva che gli allargassi una scarpa di un millimetro e mezzo!"
Oggi Ciccio
non fornisce più la Ferrari, ma molti piloti ed appassionati da tutto il
mondo lo cercano per le sue scarpe davvero uniche, belle, comode e leggere
da usare anche per passeggiare.
Perchè alle
scarpe col marchio "Ciccio Cefalù Sicilia" nessuno vuole rinunciare.
Ciccio,
divenendo famoso, ha "sfornato" migliaia di scarpe per tutti i gusti.
I modelli più
belli sono forse quelli dipinti da Franco Cheli, l'artista che insegna
all'Accademia di Brera di Milano, che ha organizzato la mostra "Ciccio e gli
Amici di Brera", dipingendo a mano le tomaie che Ciccio aveva preparato. Lui
ha decorato le pelli, poi Ciccio ha realizzato le scarpe.
Nel 1977
Regazzoni gli mandò da Tokio una cartolina postale : " Mi servono due scarpe
bianche e rosse!".
L'indirizzo
era soltanto : "Ciccio, Cefalù - Italy." La missiva arrivò dritta al
destinatario.
Oltre ai
ricordi, a Ciccio resta la sapienza del grande artigiano, le ordinazioni dei
piloti delle auto storiche, la consapevolezza di avere un posto nella storia
delle scarpe.
Le sue
creazioni sono esposte in otto musei, tra cui quello della Ferrari a
Maranello, quello dei fratelli Rossetti, vicino a Milano, il museo Romans
in Francia ed il Deutsches Ledermuseum in Germania
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